Il Re Sole e la fusione degli stili del balletto cortigiano
Il ballo Reale di Corte Francese raggiunse il suo apice sotto la guida del Sovrano Luigi XIV, il quale fece il suo grande ingresso nel Mondo della danza dal 1651 dove assunse l’incarico di primo ballerino del regno fino al suo ufficiale ritiro nel 1670; fin dalla sua nascita il Re Sole venne accolto in maniera artisticamente gloriosa e festeggiato con un vero e proprio spettacolo: “Balletto della Felicità” del 1639).
Grazie a questa sua propensione al ballo ed alla scena artistica, Luigi XIV divenne uno degli emblemi viventi dello splendore del regno di Francia, e lo divenne grazie soprattutto al fatto che uno dei ruoli che risultò a lui più consono e preferito era senza ombra di dubbio quello del Dio Apollo, correlato al simbolo del Sole (da qui il motivo del soprannome Re Sole).
Durante il suo regno, la Nazione riacquistò splendore, ed il balletto cortigiano acquisto lustro, spessore sociale e grande varietà.
Tutta quella serie di personaggi (miti e leggende, i cavalieri, i personaggi rurali, ecc.) e danze (balletti pastorali, le danze grottesche e quelle satiriche) che avevano fatto in modo di avvicinare l’interesse della danza ai pubblici aristocratici, non solo permangono ma per la prima volta nella storia del ballo, coesistono ed interagiscono tra loro all’interno di spettacoli esclusivi e stravaganti per l’epoca, segnando su questa linea la nascita di una nuova era della danza di Corte.
Un famoso spettacolo inerente a questa epoca di fusione di stili è di sicuro stato rappresentato da il “Balletto della Notte” del 1653 (nel quale, venivano descritti i personaggi notturni e i paesaggi) descritto per mezzo di coreografie suddivise tra più di 40 entrate (entrées), suddivise a loro volta in 4 parti.
In questa grande rappresentazione vi erano molteplici elementi, personificazioni non fisiche come la notte stessa, l’aria, il fuoco, il vento e l’acqua, altre figure mitologiche e religiose come la Dea Diana e venere, altri personaggi estratti dall’Orlando Furioso, lupi mannari, gufi e quant’altro, altri personaggi umani erano rappresentati dagli zingari, i pastori notturni, i ladri, i truffatori finti mendicanti o storpi, ed altri personaggi malsani di una vita condotta nascosta alla luce del giorno.
Naturalmente l’atto finale vedeva il sorgere del Sole, elemento interpretato da Luigi XIV, che guidava il grande balletto finale, nel quale altri elementi come grazia, onore, pace, vittoria, fortuna, fama e amore si stringevano attorno a lui per omaggiarlo di aver riportato finalmente la luce al giorno.
Il Regno di Re Luigi XIV venne inoltre invasa di persone talentuose che prestarono la loro preparazione e la loro arte alla produzione dei balletti di Corte, tra il quali illustri poeti, compositori, danzatori, scenografi italiani come Torelli e maestri celebri di danza come Pierre Beauchamp.