Strumenti di indagine: caviglia e braccio nella danza classica
Per capire appieno gli strumenti di indagine nella anatomia scientifica della danza classica, possiamo utilizzarne 2 come ad esempio la caviglia e il braccio:
Caviglia
Il termine “articolazione della caviglia” era usato nei trattati di danza scritti nel XVIII secolo in sostituzione del termine anatomico “cou-de-pied” (collo del piede).
Questo perché i due malleoli costituiscono i punti terminali delle ossa della gamba (tibia e perone) e indicano il punto di congiunzione di questa con il piede.
In altre parole, l’articolazione della caviglia è il punto in cui la tibia e il perone si incontrano. Questo ci aiuta a capire perché l’alluce deve essere “diretto” proprio sopra il malleolo mediale nella postura accademica sur le cou-de-pied front.
Questo perché “puntare” la punta direttamente sopra il malleolo mediale la posiziona “sopra” l’articolazione della caviglia (cou-de-pied).
Passiamo al passaggio successivo, che consiste nell’identificare (sia visivamente che tattilmente) la struttura a volta del piede e la flessibilità che possiede.
Dopo aver avuto cura di toglierci le calzature e sedendoci a terra con le gambe distese (non rigidamente tese) in avanti, spostiamo i piedi alzando e poi abbassando le dita: noteremo che quando abbiamo le punte rivolte verso l’alto, la pianta si è allargata in larghezza o meglio si è appiattita per la riduzione dell’arco longitudinale; quando le dita dei piedi si sono abbassate fino a quando le loro punte guardano il pavimento, vedremo che la suola ha ho
In questa postura, quando siamo seduti a terra, siamo anche in grado di verificare eventuali deviazioni dell’asse del piede rispetto all’asse della gamba.
Queste deviazioni possono essere elevate o ridotte.
Scopriremo la risposta perfetta per la nostra gamba e il corretto allineamento del nostro piede alla nostra gamba alternando deviazioni verso l’esterno e verso l’interno dalla posizione ideale.
Braccio
Salire sopra la spalla e portare la mano dietro la schiena immaginando di afferrare qualcosa sulla scapola è un gesto che riassume efficacemente la flessione delle varie articolazioni per gli arti superiori.
Eseguendo questo gesto, raggiungeremo la massima flessione dell’articolazione della spalla e del gomito, e avremo una chiara percezione del significato della flessione come avvicinamento dei segmenti (chiusura articolare) nella flessione del gomito, e come se, invece, iniziamo con il busto eretto e frontale, e poi portiamo un braccio all’indietro come se stessimo cercando di afferrare qualcosa dietro la natica con la mano, avremo subito evidenti i limiti della proiezione all’indietro del braccio.
L’estensione della spalla è il tipo di movimento che avremo completato in questo scenario. Più tenterai di muovere la mano nella direzione opposta, più sarai costretto a piegare il busto in avanti o a ruotarlo, oppure, ancora una volta, sarai costretto a compiere un’azione combinata del torace che consiste in flessione e rotazione.
Possiamo vedere il graduale spostamento della scapola dalla sua posizione perpendicolare se guardiamo il nostro partner sulla schiena mentre apre il braccio di lato (abduzione della spalla).
Nello specifico, vedremo l’angolo inferiore muoversi verso l’ascella e la spina dorsale superiore della scapola inclinarsi verso il centro del corpo.
L’adesione dell’osso della scapola alla gabbia toracica indurrà anche un appiattimento della schiena, che vedremo come sintomo secondario.