Colonna vertebrale e suo utilizzo nella danza
La colonna vertebrale è quella struttura formata da vertebre e dischi intervertebrali che nel ballo (dalla danza classica all’hip hop) viene sfruttata in maniera davvero spasmodica.
La sua mobilità non ha luogo in un unico punto proprio grazie alla sua peculiare conformazione, che la rende simile ad un tubo flessibile di un’aspirapolvere.
Per questo tutti i movimenti che questa struttura è in grado di produrre, sono l’addizione di più tipi di variazioni localizzate all’altezza di un alto numero di giunzioni articolari.
Queste giunzioni poste una dietro l’altra ed evolute nel tempo grazie all’apparizione del primo Homo Erectus, tutte insieme generano a loro volta le i segmenti vertebrali, designando la loro classificazione tra: tratto cervicale, tratto dorsale e tratto lombare.
In un corso di danza classica viene studiata in maniera molto approfondita la fisionomia della colonna vertebrale e del suo utilizzo nella danza, per due ragioni fondamentali:
- capirne esattamente i limiti dei movimenti che essa è in grado di compiere
- capire come preservarla il più possibile durante l’allenamento e l’ipotetica esibizione.
Tutti i tipi di ballo esistenti sulla Terra determinano un uso profondo e costante della spina dorsale, ma è anche vero che solo alcuni di essi sono in grado di mettere questa importante struttura fisica in pericolo, in particolare succede nelle danze accademiche e nelle danze da strada come la breakdance (che implica un notevole utilizzo della colonna in ambito acrobatico).
Per non contare i traumi, ballando anche per mezzo di danza “meno pericolose”, l’infortunio potrebbe essere comunque sempre presente dietro l’angolo, così come per tutto il resto degli sport conosciuti che implicano il movimento fisico sotto sforzo: cadute, contusioni, contrazioni, schiacciamenti o altri traumi di varia natura possono mettere davvero a repentaglio la condizione della nostra preziosa colonna vertebrale.
Ciò che mantiene stabile la colonna vertebrale e la protegge dagli agenti esterni sono in un primo luogo l’adiacente cassa toracica (che ne delimita anche i movimenti, confinandoli in determinati angoli di curvatura massima), ma soprattutto la complessa muscolatura che la avvolge e la mantiene stabile per come la conosciamo sia nella corretta posizione posturale, sia in un corretto luogo di totale protezione a livello articolare e scheletrico.
Le vertebre sono sostenute e messe in protezione da tutta una serie di muscoli paravertebrali, tra una vertebra e l’altra sono invece presente i conosciutissimi dischi intervertebrali, cuscinetti di tessuto morbido ma molto resistente che occorrono a interconnettere le vertebre senza farle tra loro sfregare, occorrono inoltre ad attutire colpi e rendere flessibile la colonna vertebrale.
Fondamentali anch’essi nella stabilizzazione vertebrale, il bacino e tutti i muscoli profondi che lo collegano alla spina dorsale.
Una volta appresa la sua anatomia, ecco che è doveroso studiarne i movimenti applicabili nella danza, per questo esistono manuali storici dei grandi maestri del passato come Blasis, ed altri ancora.