Danze Nazionali ed Internazionali concepiti tra gare ed arte
Partendo dalla versione basica di differenti danze succede che in tempi relativamente recenti, rispetto all’integrale storia della cultura danzaria, molti enti, associazioni, maestri di danza, accademie, scuole e quant’altro, abbiano introdotto nel riconoscimento documentato ed ufficiale delle discipline, un elaborato elenco preciso, costituito da altrettante precise nomenclature per rendere omogenea la lista dei balli esistenti.
Il tutto partendo dalle cosiddette versioni popolari di determinate danze storiche, col tempo adattate a differenti realtà culturali e di territorio.
Già a partire dal 1800 si iniziano a codificare e a riorganizzare le differenti tipologie di danze, le quali ovviamente derivano per la maggior parte da sistemi di natura tribale o folklorica.
Naturalmente tutto ciò viene incluso anche in Europa, anche se l’arte di ispirazione maggiore è focalizzata sul balletto classico, verranno man mano introdotte tutta una serie di altre danze di carattere socio-culturale e popolare.
Le danze ufficiali vengono così suddivise a seconda dello stile di appartenenza e questo da vita al grande contenitore delle Danze Nazionali se appartenenti intrinsecamente agli usi e costumi di un determinato Paese, ed il recipiente delle Danze Internazionali qualora le danze trattate vengano adottate sia da quel Paese che da altri e se siano di provenienza estera ma ormai trapiantate e perciò adottate dal Paese in questione.
Nel caso dei campionati Mondiali, ancora oggi vengono utilizzate esclusivamente quelle di carattere internazionale.
Ed è proprio grazie a queste ultime che si consolida durante il corso del secolo, la tradizione continua delle competizioni di ballo, il confronto di livello atletico diviene quindi una delle cose più consone ed usuali, così come lo scambio e lo scontro di idee contrastanti di danzatori di un Paese con quelle di danzatori di un altro Paese.
In questo passaggio storico la danza si trasforma da arte esclusiva creata per consolidare potere nobiliare, prestigio ed arte, ad una forma di intrattenimento, competizione, hobby, pura passione, svago, sport e molto spesso anche business.
Ed è proprio questa sottile linea di concezione della danza sulla quale bisogna un attimo soffermarsi a pensare.
La danza può essere vista e vissuta in vari modi, diciamo che dal punto di vista di un ballerino, la danza è vista e vissuta tramite una concezione competitiva, oppure tramite una concezione artistica.
L’una non va in conflitto con l’altra e non la disdegna a patto che sia sempre presente un equilibrio generale che non estremizzi alcuni fattori fondamentali.
Per l’arte non ci sono mai stati problemi, ma anche in questo caso, la danza deve comunque fare in modo di essere rispettata, non bisogna perciò “strumentalizzare troppo” uno stile di espressione artistica (come è la danza, ma come potrebbero essere il cinema ed anche la musica), per giungere a modificare o colpire l’opinione pubblica, cercando di influenzarla attraverso subdoli e celati messaggi a scopo non proprio costruttivo.
Tutta l’arte infatti da molti studiosi viene considerata come una vera e propria arma (al pari dell’informazione), la quale può essere utilizzata sia per scopi positivi che negativi.
Stesso vale per la competizione, basare la propria vita artistica esclusivamente sulla competizione lascia un po’ il tempo che trova, l’arte fin dalla sua forma più antica ed antropomorfa non ha mai incluso per forza la competizione.
La competizione artistica è giusto che esista e che nasca spontaneamente, ma bisogna sempre e comunque tenere a mente che si tratta di arte, pertanto non classificabile superato un certo livello di abilità.
Prendiamo ad esempio 2 gruppi di danzatori bravissimi, tecnicamente tutti validi, che svolgono al pari 2 altrettante performances da urlo.
Come riuscire a classificare chi è stato più bravo, chi ha dato di più all’arte e chi merita perciò la vincita della competizione?
Che si tratti di Arte o di Bellezza Naturale, ad un tratto il Mondo è in grado di regalarci perle di inestimabile valore, inutile perciò cercare a tutti i costi la catalogazione di elementi che debbano individuare quale si il “prodotto” migliore, se sono già tutti migliori.
Così come inutile è cercare la perfezione in qualcosa che già di suo ci regala emozioni, restando indelebile nelle nostre menti e nei nostri cuori, per sempre.